giovedì 10 agosto 2017

La Spada del Destino di Andrzej Sapkowski

  Ben ritrovati, ragazzi. No, non sono deceduto. Ho solo avuto diversi problemi personali che, come avrete visto, mi hanno tenuto lontano dal blog per svariato tempo. Troppo. Ho creato questo blog per chiacchierare con voi di quello che leggo, per dire le mie impressioni su quello che mi capita sottomano. In questi mesi, sfortunatamente, mi sono allontanato molto dalla lettura. Ma indovinate un po'? Con l'arrivo dell'estate i problemi sono diminuiti, e si può dire che sia tornato in pompa magna a leggere come se non mi fossi mai fermato. Per questo motivo (anche) ho deciso di tornare a scrivere su questo blog. Ma bando alle ciance.

  Oggi vorrei parlarvi de "La Spada del Destino", di Andrzej Spakowski.

La Spada del Destino, Andrzej Sapkowski - 1992


  Ho deciso di leggere questo libro perché sentivo parlare tanto, parecchio, della saga di Geralt di Rivia. Per questo motivo, incuriosito, ho deciso di leggere un po' in giro di cosa si trattasse, senza andarmi a impelagare in spoiler vari. Ebbene, ho scoperto che è una delle saghe più lette, famose e apprezzate degli ultimi anni. Leggere un sacco di recensioni positive su questa saga non può che avermi fatto bene: mi sono subito fiondato sulla buona e cara Wikipedia (col paraocchi, perché sappiamo tutti che Wikipedia è buona e cara ma non si preclude l'opportunità di spoilerarti vita, morte e miracoli di qualsiasi cosa) per vedere in che ordine leggerla. E qui subito il dilemma.

  La Spada del Destino è stato pubblicato nel 1992 (originariamente. Da noi è arrivato solo nel 2011. Ma d'ora in avanti, ovviamente, farò riferimento alle date di pubblicazione originarie), mentre Il Guardiano degli Innocenti, il "seguito", nel 1993. Leggendo in giro però ho scoperto la classica cosa che mette in difficoltà quasi chiunque la prima volta che ci si approccia a una saga: La Spada del Destino è si del '92, ma cronologicamente è il secondo dopo Il Guardiano degli Innocenti. Quindi, da dove iniziare? Ho fatto il grossolano errore di chiedere in qualche community. Sebbene ho sempre seguito l'ordine di pubblicazione (o di uscita, parlando di film come Star Wars, giusto per fare un esempio) di qualsiasi saga, volevo avere la certezza che leggendo un libro al posto di un altro non mi sarei rovinato nulla. Ebbene si, chiedere in giro mi ha solo messo più confusione addosso: tra chi diceva di iniziare subito da Il Guardiano degli innocenti, e chi mi diceva di cominciare pure tranquillamente con La Spada del Destino, ero arrivato al punto di partenza. Alla fine la decisione è spettata a me. Ho optato per l'ordine di pubblicazione, come sempre. Ora, però, passiamo al libro.

  La Spada del Destino è una raccolta di sei racconti, pubblicata per la prima volta nel '92, appunto. Protagonista della saga è Geralt di Rivia, uno strigo (un mutante con abilità sovrumane) il cui mestiere, se così si può definire, è quello di cacciare mostri che altri non avrebbero il coraggio o la forza di eliminare. Quindi cosa aspettarsi dal libro? Molto, non abbiate paura. In questi sei racconti attraverseremo diverse aree, incontreremo svariati personaggi e vivremo diverse storie, alcune davvero fantastiche.

  Non ci troveremo di fronte a un libro dove Geralt si sposterà di zona in zona a eliminare il mostro
di turno, a quello ci ha pensato quel capolavoro di videogioco che è The Witcher 3 (anche se dicendo così ho parecchio sminuito il gioco. Non è certo mia intenzione farlo). Certo, non mancherà il mostro da uccidere, ma sarà solo un pretesto per arrivare a raccontare qualcosa di leggendario.


  La figura dello strigo Geralt, tra le molte che ci verranno presentate, è senza ombra di dubbio quella che, almeno a mio parere, mi ha colpito di più. Non fraintendetemi però, i personaggi secondari sono davvero validi e caratterizzati in maniera eccelsa. Per motivarvi la mia decisione, senza dilungarmi troppo, e senza togliervi il gusto di scoprire le cose migliori, vi accenno una cosa: come si diventa strighi?

  Già dal "come si diventa" avrete intuito che strighi non si nasce (anche se da quello che lascia intendere il libro, c'è modo di scoperire chi è più propenso a diventare Strigo rispetto ad altri... ma io non vi ho detto niente). Quanto sto per dirvi non è niente di più di quanto non viene accennato all'interno del libro, non sono in nessun modo andato a curiosare altrove, sia per non rovinami nulla, sia per non rovinarVi nulla.
  Per diventare strighi si deve passare un preciso rituale, ovvero quello delle Erbe. Non viene spiegato nel dettaglio in cosa consista questa prova, o in base a cosa si decida. Si sa solo che sono prove durissime, complesse, ai limiti della sopportazione umana e che non tutti, sfortunatamente, sono in grado di superarle. Si parla quindi di un processo che, se riuscito, è in grado di donarti delle enormi potenzialità.
  Ma questa prova delle Erbe, questa trasformazione in strigo, non ha solo effetti positivi sul corpo e sulla mente del soggetto. Lo strigo ottiene si enormi capacità come la forza sovrumana, un'agilità e una velocità impareggiabili, un metabolismo accellerato, ma ha anche dei contro. Dei contro con i quali, purtroppo, lo strigo dovrà convivere per il resto della sua esistenza. Come difatti ci viene spiegato nel libro lo strigo è visto come un reietto, un mutante non desiderato, visto in malo modo da chi gli passa accanto. Una creatura disgustosa.
  Oltre a ciò, lo strigo è si capace di provare emozioni umane, quali amore, tristezza, rabbia e gelosia, ma non sarà mai in grado di esternarle, apparendo sempre freddo agli occhi degli altri. Motivo per il quale molti lo etichettano come "essere in grado di non provare emozioni".

  Per quale motivo, quindi, Geralt è senza dubbio diventato uno dei miei personaggi preferiti? All'interno del primo racconto lo strigo incontrerà nuovamente una sua "vecchia fiamma", se vogliamo dirlo in termini spiccioli; è molto più che una semplice vecchia fiamma, ma questo lo lascio scoprire a voi. La maga Yennefer. Come vi dicevo sopra, cronologicamente parlando, questo è il secondo libro in successione a Il Guardiano degli Innocenti, quindi potreste sentirevi confusi nel vedere il modo in cui entrambi reagiranno e parleranno di avvenimenti accaduti in passato. Ma non abbiate paura, di questo vi parlerò fra poco. Non ho intenzione di dire nulla su quel personaggio, vi lascio scoprire tutto a voi.

  Geralt è uno strigo incapace di esternare emozioni, un pezzo di ghiaccio; eppure ha una sua etica, un suo modo di pensare. Un modo di pensare che spesso e volentieri entrerà in contrasto con il cosiddetto "codice etico dello Strigo". Un codice che viene solo accennato ma non si sa se è un codice che si è imposto lui, o se è proprio un codice a cui gli strighi devono tener fede una volta diventati tali, una volta superato il rito delle erbe. E non vi ho nemmeno detto qual'è il contro peggiore del diventare strigo. Questo ve lo risparmio.

  E ora vi rassicuro. Bisogna leggere prima questo o Il Guardiano degli Innocenti?

Prima La Spada del Destino o Il Guardiano degli Innocenti?

  Vi dico la mia: leggendo prima questo si avrà quella sensazione di essere estranei alla maggior parte delle cose che accadranno; Geralt conoscerà buona parte dei personaggi, personaggi che avrà incontrato precedentemente, di cui noi non sapremo nulla (per citarne uno: il bardo Ranuncolo). E, se devo essere sincero, vivere queste avventure con un minimo di estraneità mi ha fatto ancora di più entrare nello spirito del racconto. E' come entrare in una stanza nel bel mezzo di una discussione fra due persone, starle ad ascoltare, e chiedersi di cosa stiano parlando. Ti ritrovi poi a collegare eventi e personaggi, riuscendo quasi a delineare bene il tema del dibattito.
  La Spada del Destino è un libro al cui interno ci sono sei racconti, alcuni belli, altri fantastici ma mai, e ripeto mai, scontati o noiosi. In un paio di racconti ci sarà il così detto, passatemi il termine da cinema, "twistone" finale. Si legge che è un piacere, davvero. Il personaggio di Geralt è fantastico, ha una poetica tutta sua. I personaggi comprimari e secondari sono gestiti divinamente, caratterizzati alla perfezione e, cosa assai rara, non ce n'è stato uno che mi abbia annoiato. Ve lo consiglio caldamente, non perdetevelo.
  Io, ovviamente, mi butterò su Il guardiano degli innocenti come un'ape sul miele il prima possibile.
  E mi auguro di riuscire a parlarne qui, con voi.

  Spero di avervi convinto almeno un po'. Buona lettura.

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